"Softly you whisper" - A.

E’ passato quasi un anno. Un anno dalla prima chiacchierata fatta, un anno da quando abbiamo incominciato a conoscerci, un anno, ed io ci penso ancora. Quel “buongiorno” scritto senza pensare, quel buongiorno assonnato, alle sette del mattino, quel buongiorno che mi fece per un attimo tremare il cuore, prima di farlo tornare a battere ancora più forte e velocemente. Quel buongiorno che probabilmente tu neanche ricordi, ed io reputo uno dei più importanti della mia vita, quel buongiorno semplice, quasi insignificante che mi fece stare bene. Quel buongiorno che per la prima volta mi fece sentire protetta, in un modo diverso, in un modo nuovo; quel buongiorno che mi fece sperare più che mai, che mi fece sentire viva nell’anima, felice. Un “buongiorno” caldo, di quelli accompagnati al mattino da una tazza di cioccolata calda in un giorno piovoso. E le parole che ne seguirono dopo, che si scioglievano al suono dei tasti, che si rincorrevano alla perfezione senza una spiegazione. Semplici parole che non temevano nulla, non temevano la reazione dell’altro, delle parole scritte con il cuore, perché ci andava, a entrambi. Voglio ricordare così quella mattina, la prima in cui mi sentii inspiegabilmente bene, e voglio ricordarti così, come un ragazzo semplice che parlava con una semplice amica. Non importa che per me non era lo stesso, ne ero consapevole, fin troppo. Sapevo ciò che stavo facendo, sapevo che era tutta un’illusione seppure sembrava così reale e così vicina, sapevo che mi stavo facendo del male da sola, un male che avrebbe causato sempre più dolore dopo. Quando non ci saremmo più sentiti, quando avremmo smesso di parlare. Perché era così che sarebbe andata, io dovevo saperlo, io lo sapevo, ma non m’importava. Volevo vivere quel momento, anche se non sarebbe durato molto, io volevo viverlo. Per una volta, per la prima volta, ho rischiato, e ancora oggi credo di aver fatto la cosa giusta. Quel “buongiorno” non me lo sono immaginato. Era lì, e c’è ancora, salvato in conversazioni aperte di tanto in tanto, quando la nostalgia assale e non puoi fare nulla se non cedere ad essa. Ma va bene così. Non sono più arrabbiata, né con me stessa, né con te, con quel tuo buongiorno. Non dico di averti dimenticato, questo non accadrà mai, perché non si possono cancellare le emozioni di undici anni, non si può cancellare la prima vera cotta, e poi qualcosa di così vicino all’amore, nonostante l’ingenuità. Ma ho imparato, ho imparato così tanto… e sono andata avanti. Ci sono riuscita. E ora posso dire di essere fiera di me, di essere riuscita a liberarmi delle vecchie emozioni, di essere in qualche modo stata condizionata da qualcosa, e ce l’ho fatta. Ora quel tuo “buongiorno” rimarrà solamente un ricordo, seppure meraviglioso e unico. Un ricordo, com’è giusto che sia. © - ★ 03/09/12

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