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Gruppo: ×÷·.·´¯`·)»SlYtHeRiN Vs gRiFfInDoR in the future«(·´¯`·.·÷× Lezione di Divinazione. Compito di Katherine Dippet. Casa: Grifondoro. RISPOSTE ALLE DOMANDE DI DIVINAZIONE KATHERINE DIPPET, GRIFONDORO 1)Parlami della divinazione come fenomeno culturale. Come fenomeno culturale, la divinazione è stata osservata dagli studiosi in molte religioni e culture, considerando tutte le epoche fino ai giorni nostri. Ogni cultura e religione ha sviluppato i propri metodi di divinazione; nell’induismo la divinazione è molto diffuso, ma le religioni monoteiste come Cristianesimo, ebraismo e Islam non la escludono. La divinazione nasce dall’incertezza del futuro e il desiderio di conoscerlo. In un momento di crisi un individuo, un gruppo o una comunità si rivolge a un indovino in un momento di crisi allo scopo di ottenere, in modo soprannaturale, delle indicazioni ritenute adatte a superarla. La crisi può essere un evento fortuito (una malattia, un disastro, una guerra...), l'inizio di un'attività (una battuta di caccia, la fondazione di una città...), un periodo considerato sensibile (l'inizio dell'anno, una ricorrenza particolare.... Talvolta le occasioni di consultazione sono regolate o stabilite da norme religiose; la ritualità di alcune forme di divinazione, presente in molte culture, serve per conoscere i mezzi che garantiscano, secondo le credenze religiose locali, un appoggio soprannaturale nel portare a termine un'impresa. In alcune culture il responso ha valore di norma religiosa e può avere risvolti importanti anche nella vita sociale. A volte è necessario compiere un rito per superare la crisi, entrando in contatto con enti soprannaturali, che hanno causato la crisi. Ha lo scopo di offrire al consultante dei mezzi tradizionali per superare il senso di impotenza e di isolamento e quindi reintegrarsi nella comunità. Nelle civiltà primitive l’indovino è isolato dal culto e vita comunitaria; a volte la sua figura può essere confusa con quella dello stregone o guaritore, diventando di grande importanza per l’intera comunità. 2) Julian Jaynes come categorizzò la divinazione? La divise in quattro principali categorie. a)Presagi e la loro scrittura(rilevazione di sequenze di eventi inconsueti o importanti.) b)Sortilegio(estrarre a sorte oggetti quali rametti, pietre, ossa, fagioli, ecc) c)Auguri(una valutazione di alcune date possibilità) d)Spontanea(non vincolata di divinazione, libera da un particolare mezzo. In poche parole si tratta di una generalizzazione di tutti i tipi di divinazione. Il divinatore avrà una risposta da qualsiasi cosa che lui ascolterà o vedrà) 3) Parlami brevemente della Caffeomanzia. Con il termine Caffeomanzia si indica un metodo di divinazione effettuato tramite la lettura dei fondi di caffè. La lettura può essere effettuata con il caffè turco e quello greco, che comportano un “rituale” diverso l’uno dall’altro. Nel primo caso il procedimento consiste nel servire la miscela ottenuta in una tazzina di porcellana bianca con piattino. Bisogna decantarla, farla raffreddare e berla senza l’aggiunta di zuccheri e altri dolcificanti. Siccome i residui sono difficili da deglutire questi verranno lasciati sul fondo della tazza, mentre si berrà soltanto la parte liquida. La tazzina verrà chiusa con il piattino rovesciato appoggiandovi sopra le dita della mano. Si prosegue con delle brevi rotazioni della tazza, concentrandosi e pensando intensamente a ciò che si vorrebbe conoscere. Una volta pronto il divinatore volge piatto e tazzina sul tavolo. Il processo non potrà proseguire fin quando il fondo della tazzina non sarà abbastanza freddo; allora la tazza va ribaltata e si può iniziare. Diverso sarà se si utilizza il caffè greco, dove stavolta è indispensabile l’uso dei dolcificanti in quanto permette di tenere unite le immagini che si creeranno sul fondo. La bevanda, in una tazza di porcellana bianca, deve essere decantata e pertanto bisogna attendere un minuto prima di proseguire. Il caffè va bevuto caldo: la cosa particolare è che si bevono alcuni sorsi e si cambia spesso la posizione della bocca sulla tazza. Non va bevuta tutta la bevanda bensì la metà, lasciandone il resto contenente anche i residui della miscela iniziale. Presa la tazza, si beve da essa ¾ volte concentrandosi su ciò che ci interessa: un pensiero equivale a un sorso. Una volta pronto , prende la tazzina e con movimento rotatorio della mano fa roteare il caffè che si trova nella tazzina. Durante questo processo parte del caffè fuoriesce e si deposita sull’esterno della tazzina formando delle immagini. Dopo 5 o 6 rotazioni capovolge la tazzina sopra ad un piatto (senza toccarlo) per togliere il caffè. Quindi la tazzina può essere appoggiata su un fazzoletto di carta. La tazza va lasciata a riposo sul fazzoletto finché i fondi non sono asciutti e stabili. Sull'esterno compaiono quasi sempre avvenimenti di altre persone che toccano la persona che ha bevuto il caffè. L'interno della tazzina riguarda invece gli avvenimenti personali di chi ha bevuto il caffè. Per la lettura si procede dall'esterno all’interno. I simboli possono essere favorevoli e non favorevoli. Tra i primi abbiamo, ad esempio, l’angelo ovvero protezione da parte dei familiari, casa(serenità e armonia in famiglia), la mano(sfida da cui si uscirà vincitori), pavone(notizia rassicurante) e molti altri che riguardano protezioni, incontri, successi, eventi, ecc, ecc. Tra gli sfavorevoli abbiamo la bara(il passato ci sommerge, cambiamenti repentini), chiodo(gelosia), gufo(lutto imminente), rospo(qualcuno medita vendetta), ecc. I fondi rimasti sulla tazza si riferiscono al presente, quelli sul piattino al futuro. Le figure sul piatto più vicine all’indovino hanno minor forza perché possono riflettere le sue personali opinioni riguardo al consultante; quelle più vicine a quest’ultimo hanno maggior peso. 4) La tasseomanzia dove si diffuse per prima? La Tasseomanzia è una pratica divinatoria nata in Cina intorno al IV secolo e si basa sulla consultazione delle foglie di the. Essa poi si diffuse in Occidente verso la prima metà del 1600, quando gli olandesi iniziarono a importare il the dall’Oriente. In realtà i cinesi non inventarono nulla di nuovo perché già presso gli antichi romani c’era la pratica di predire il futuro attraverso la lettura dei fondi lasciati dal vino in una coppa. Tuttavia i cinesi preferirono utilizzare il the perché, oltre ad essere una bevanda molto consumata, è legata a rituali e simbologie allegoriche molto radicate nella loro cultura. 5) Fai pratica con la Tasseomanzia ed illustraci la tua previsone (puoi provare realmente oppure inventarla). Dopo la lezione di Divinazione quella sera mi chiusi in camera mia. Davanti a me avevo il libro di divinazione aperto, una teiera da cui fuoriusciva il fumo(e sul fondo c’erano delle foglie di tè) e una tazzina bianca con un motivo azzurro con sotto un piattino bianco. Ero davvero curiosa e vedere se avrei avuto successo. Quella pratica era alquanto complicata e, siccome ero una neofita nel mondo di questa disciplina e della magia in generale, non mi sarei stupita se non avrei avuto successo sin da subito. Tanto valeva la pena provare. Le mie compagne di stanza, sapendo che quando dovevo fare qualsiasi cosa avevo bisogno di silenzio per concentrarmi, mi lasciarono da sola, andando nella sala comune a chiacchierare(mai fare i compiti, alzai gli occhi al cielo). Forza, iniziamo, mi dissi. Versai del tè nella tazza e iniziai a bere la bevanda saporita ad occhi chiusi: adoravo il tè ed ero solita berne una tazza ogni giorno, al mattino o la sera durante la cena. Stavo per berlo tutto com’ero solita fare quando una voce imperiosa mi ordinò di fermarmi, lasciando poco tè sul fondo. Sul fondo avevo del liquido e le foglie. Girai la tazza in senso orario per tre volte e la capovolsi sul piattino, dandole tre leggeri colpi. Era incredibile come dietro un processo all’apparenza così semplice vi fosse un rituale così minuzioso e preciso. Nulla veniva al caso, tutto doveva avvenire secondo un ordine preciso rispettando un certo cerimoniale con le sue regole, nulla doveva essere trascurato. Sollevata la tazza iniziai ad osservarla, esaminando con attenzione la forma. A prima vista sembravano solo un mucchio di foglie scure, come quelle che cadono d’autunno coprendo ogni cosa. Aguzza la mente, concentrati, mi dissi e guardai più in fondo, sentendomi come se stessi per essere risucchiata dalla tazza e trasportata in un’altra dimensione. No, decisamente dovevo concentrarmi maggiormente. E poi, finalmente, riuscii a vedere qualcosa. La figura era mossa verso il centro e presentava una forma familiare: una farfalla. Una farfalla...visto e considerato questa creatura pensai che volesse dire libertà. Ma non ero un’esperta, pertanto iniziai a sfogliare il manuale. Farfalla, farfalla, dove sei? Ah, eccola lì! “La farfalla è simbolo di felicità”. Hmm, interessante. Annotai le mie riflessioni sul rotolo di pergamena, ancora stupita dal risultato ottenuto, domandandomi come si sarebbe manifestata questa felicità, ma soprattutto quando. Quella notte, poi, sognai una farfalla. Decisamente quella prima esperienza di tasseomanzia aveva lasciato il segno...(Provata realmente)

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