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21.3.15 - *La storia della regina di Caenie*- In una lontana foresta dimenticata dal tempo, si regge ancora sulle sue fondamenta un antico castello di pietra, appartenuto in un’epoca lontana alla gioiosa corte della regina delle fate, Euthalia. Lei era di una bellezza eterea che rispecchiava alla perfezione il suo gran cuore e il suo regno idilliaco: capelli verdi ed occhi di rugiada, pelle luminosa e sorriso delicato come un bocciolo. I raggi del sole baciavano con delicatezza l’amato regno della regina, rendendo rigogliosi gli alberi da frutto e raggianti i fiori, mentre la luna, con i suoi raggi soffusi, vegliava sul sonno di tutti i suoi abitanti. Il regno della regina, Caenie, era basato però su un precario equilibrio: la regina del Sole, Soleil, era in buoni rapporti con Euthalia e lo stesso si poteva dire di suo fratello Selenio, il re della Luna, ma questo era stato fin dall’inizio dei tempi innamorato del regno di Caenie e per ottenerlo aveva più volte proposto alla regina di sposarlo. Selenio era invidioso di quel bel regno: la Luna era una terra arida e senza vita, con lui come unico abitante. Voleva una terra ricca e rigogliosa, ma soprattutto qualcuno da comandare. Euthalia aveva intuito le sue intenzioni, ma non poteva fare a meno dell’effetto benefico che la Luna, a dispetto delle volontà del suo sovrano, continuava a donare al proprio regno come prefissato negli Accordi delle Origini, così rimandava sempre la sua risposta all’eclisse successiva, l’unico momento in cui tutti e tre si potevano incontrare, alla tavola rotonda del regno di Caenie. Accadde però che alla centesima eclisse di Luna, re Selenio si fosse ormai stufato dell’ennesimo rifiuto di Euthalia, così, in combutta con una strega del regno degli uomini, riuscì ad incantare il cuore della regina e a farla innamorare perdutamente di un umano, il pastore Amaranto. La regina amava quell’umano e lei, che non aveva mai provato emozioni tanto intense, si sentiva vicina al cuore del mortale,sensibile ed effimero, tanto lontano dallo stato stoico e pacato in cui era sempre stato il proprio. Era felice in sua compagnia, ma troppo innamorata del giovane pastore, era finita con il trascurare il suo regno e presto le primavere si fecero più tardive e meno rigogliose, le estati più torride e gli inverni più aridi. La regina era talmente accecata dal suo amato che osò persino non presentarsi ad un incontro con Soleil e Selenio, preferendo sorvegliare le pecore accanto al pastore. I due regnanti, sempre ben accolti dalla corte, si ritrovarono in un regno ben lontano dai loro ricordi: la piazza delle feste era deserta e le fate correvano nei boschi disperate, cercando senza sosta di curare le ferite che tutta la natura del regno subiva a causa della mancanza della loro sovrana. Selenio iniziava a provare un briciolo della soddisfazione tanto attesa, mentre la sorella era preoccupata per Euthalia, sempre stata molto diligente nelle sue mansioni. Allora accadde che il giorno stesso delle nozze dei due amanti, Soleil, convinta di riportare la sovrana sulla retta via, accecò con i suoi raggi Amaranto e lo nascose in un bosco magico privo di uscita, Yagil, il bosco dei morti. La regina sperava che credendosi abbandonata, Euthalia dimenticasse l’umano e tornasse ai suoi doveri, ma in realtà ottenne l’effetto opposto: la sovrana di Caenie era impazzita dal dolore. Selenio così ne approfittò per cercare di far breccia nel suo cuore, d’ingraziarsela con una delle tante pietre del suo regno, introvabili a Caenie, ma nulla faceva smettere di piangere la sovrana e se prima la natura era trascurata, in quel momento sembrava sempre più prossima alla morte. Euthalia voleva solo rivedere il suo Amaranto, sapere il perché del suo abbandono, ma per quante fate mandasse alla sua ricerca, nessuna tornava con sue notizie. - Non tornerà, mia dolce Euthalia. L’umano si è preso gioco di voi – le disse mieloso Selenio, durante un’eclissi di Luna – Io non vi abbandonerei mai -. Soleil si era sempre tenuta in disparte nella questione, ma per i sensi di colpa che l’attanagliavano, quella volta decise di spalleggiare il fratello, totalmente ignara delle sue reali intenzioni. - Mio fratello Selenio vi ha sempre amata, vi vedreste da lontano ogni notte, ma ogni eclisse la passereste insieme. Amaranto era un umano, il vostro amore non è mai stato destinato a durare – sostenne, e a quelle parole Euthalia cedette e accettò la proposta di matrimonio del sovrano. Fino all’eclisse successiva, giorno del matrimonio tra lei e Selenio, Euthalia rimuginò sulla sua decisione e quando venne il momento di sposarsi, risultò introvabile. La cercarono dappertutto, in ogni regno e terra, ma nessuno mai la ritrovò e il regno di Caenie, abbandonato a se stesso, cadde in disgrazia. * storia per contest http://blingee.com/group/88283/topic/108044 *

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